Più posti di lavoro e profitti in Italia grazie al Turismo
In un momento cruciale per l’economia mondiale, esperti politici ed economisti, anche in Italia, si interrogano sulle risposte più adeguate alla crisi.
C’è chi parla di un momento di rottura che richiede scelte precise e che offre, al contempo nuove opportunità. Quelle opportunità che l’America di Obama sta cercando di cogliere e di proporre anche agli altri paesi industrializzati e che derivano da una nuova forma di economia ribattezzata “green economy”.
L’economia del domani sembra virare verso un nuovo modello di sviluppo, più attento alle persone, alle risorse ed all’ambiente circostante.
Il settore ambientale, secondo gli analisti, nei prossimi decenni vivrà un boom paragonabile, per certi versi, a quella registrato dall’informatica tra gli anni 80 e 90. E l’Italia ha un vantaggio competitivo notevole. Ce lo riconoscono in tanti Paesi del mondo, ma che proprio noi forse non riusciamo a mettere bene a fuoco.
L’Italia è un paese con patrimonio storico-artistico come pochi al mondo. Un immenso museo all’aperto che potrebbe generare enormi profitti, soprattutto in un contesto favorevole, che valorizza le risorse ambientali e storiche. Secondo il recente rapporto su “Arte, turismo culturale e indotto economico” commissionato da Confcultura e dalla Commissione Turismo e Cultura di Federturismo Confindustria a PriceWaterhouseCoopers l'Italia ha il più ampio patrimonio culturale a livello mondiale con oltre 3.400 musei, con circa 2.000 aree e parchi archeologici e con 43 siti Unesco.
Ma non lo sfrutta appieno: il RAC, indice che analizza il ritorno economico degli asset culturali sui siti Unesco degli USA, ad esempio, è circa 16 volte il RAC italiano; quello di Francia e Regno Unito è tra 4 e 7 volte quello italiano.
Quindi ad oggi il comparto turistico italiano non è competitivo e l’Italia non riesce cogliere le enormi potenzialità storico-artistiche da cui potrebbe trarre nuovo slancio in termini economici ed occupazionali.
KEY NUMBERS
Se il settore culturale e creativo in Italia crescesse determinerebbe un contestuale aumento di posti di lavoro. Nei principali paesi europei, infatti, il settore turistico presenta tassi di occupazione importanti (in media il 15% degli occupati totali).
In Italia la media degli occupati (il 14% - circa 3 mln di addetti) è molto più basso rispetto alla Spagna, vicino al tasso francese (15%), leggermente superiore a quello britannico (13%) e tedesco (12%).
“A fronte della ricchezza del patrimonio culturale italiano – secondo il Presidente di Confcultura, Patrizia Asproni - rispetto alle realtà estere esaminate, emergono dall’analisi enormi potenzialità di crescita non ancora sfruttate”.
E’ forse giunto il il momento di investire: il rapporto suggerisce 3 possibili azioni strategiche su cui concentrare le risorse:
1. lo sviluppo della fruizione museale puntando a far crescere le vendite dei gadget nei musei. Il mercato del merchandising sta crescendo ma solo il 24% dei siti statali possiede al suo interno un bookshop, bassi anche i conversion rate e i ticket medi
2. l’avvio di un piano di sviluppo del settore del turismo culturale che incentivi e rivaluti il patrimonio artistico nazionale e ne sviluppi l’indotto collegato
3. l’utilizzo delle nuove tecnologie lungo tutta la catena del valore e l’implementazione di eventi culturali sul territorio, che possono generare impatti economici positivi e incrementali.
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