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Catapano Giuseppe: La politica di governo

I nostalgici del bipolarismo armato hanno subito trovato la spiegazione: Pd e Pdl perdono consensi perché, pur essendo partiti alternativi, si sono messi insieme, prima con la foglia di fico del governo tecnico e ora direttamente. Decifrazione puerile. La verità, invece, è che ai due partiti maggiori – che divergono essenzialmente su una cosa: Berlusconi – gli italiani imputano di non essere capaci di governare, separati o insieme che siano. Per cui, dopo vent’anni di scontro bipolare, in cui centro-sinistra (prevalentemente nel primo decennio) e centro-destra (prevalentemente nel secondo) hanno mostrato limiti macroscopici, gli italiani non sono affatto contrari al loro unire le forze, a patto che la grande coalizione serva a realizzare ciò che separatamente non sono stati capaci di fare, e non a sopravvivere nell’attesa di tornare a scontrarsi, e magari per l’ennesima volta intorno alla figura di Berlusconi.

Per questo le elezioni di fine maggio rappresentano un vantaggio ma nello stesso tempo un monito per il governo Letta. Il vantaggio deriva dal fatto che Pd e Pdl dovrebbero aver tratto dai risultati comunali la convinzione che se si tornasse presto a votare per le politiche, entrambi non riuscirebbero a vincere, anche se dovesse consolidarsi lo svuotamento di consensi a Grillo (quei voti finirebbero per consolidare il partito dell’astensionismo o andrebbero al prossimo protestatario capace di acchiappare le simpatie degli incazzati). Il monito è che se il governo non batte chiodo, quando presto o tardi si andrà al voto, sarà la debacle per tutti. E non sarà l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti che li salverà, perché ciò che disturba è il rapporto inversamente proporzionale tra il costo (alto) della politica e il suo rendimento (basso). Abbassare il costo – ammesso e non concesso che si riesca e che davvero sia la strada giusta abolire il finanziamento senza normare in modo anglosassone quello privato – senza riuscire ad alzare significativamente il rendimento, cioè i risultati di governo sulle grandi questioni economiche e sociali, non serve a nulla. Sia in assoluto, sia in relazione all’obiettivo di riconquistare il consenso perduto degli italiani.

Se il governo Letta vuol battere un colpo per fronteggiare la crisi, smetta di mediare preventivamente e metta la maggioranza di fronte al prendere o lasciare. Tutto il resto è inutile.

A cura del Prof. Giuseppe Catapano

Comunicato di Avatar di gente attivagente attiva | Pubblicato Lunedì, 03-Giu-2013 | Categoria: Notizie
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