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La scelta tra mercato e gerarchia: il ruolo delle ICT approfondimenti

Da oltre venti anni gli studiosi impegnati nel campo dei sistemi informativi studiano il legame tra l’evoluzione delle forme organizzative e ICT. Un esempio di questo legame è rappresentato dall’emergere in molti settori dell’economia di forme organizzative reticolari (Castells, 2000). Seguendo questo filone di ricerca, nel presente articolo si discutono gli effetti delle ICT sulle forme di coordinamento di network.


1 -Teoria dei Costi di Transazione (TCT) e mercati digitali

In letteratura il fenomeno dei mercati digitali è stato tradizionalmente indagato e analizzato con riferimento a diverse teorie (Bryniolfsson e Hitt, 1998, 2000; Christiaanse, Markus, 2002).
Nel presente lavoro si è scelto di approfondire le analisi che si basano sulla Teoria dei Costi di Transazione (TCT) e la teoria dei network strategici. Adottando tali approcci teorici si può, infatti, meglio valutare le implicazioni che le ICT hanno nel favorire il passaggio dalla gerarchia al mercato e, più in dettaglio, un sottoinsieme del mercato: il network strategico di tipo digitale. Il network strategico di tipo digitale può essere considerato una “specie” di costellazione virtuale di imprese
connesse tra loro da una serie di legami che possono assumere le forme più varie.
Secondo l’approccio TCT, la giustificazione alla partecipazione al network viene spiegata in termini di efficienza transazionale. La costellazione virtuale facilita l’interscambio informativo e l’accesso ad informazioni private e pubbliche ed a tecnologie innovative (Norman, Ramirez 1995; Lorenzoni 1987), migliorando quindi l’efficienza transazionale degli scambi mediati dal network. Il ruolo giocato dalle ICT in termini di efficienza transazionale è stato ampiamente discusso in letteratura. Pietra miliare su questo tema è il contributo storico di Malone, Yates e Benjamin (1987) dove gli autori discutono in maniera dettagliata come le ICT possano migliorare l’efficienza transazionale sia dei mercati sia delle gerarchie come conseguenza della loro superiore capacità di analizzare e processare informazioni. I tre autori americani sostengono che l’avvento delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) genera tre potenziali effetti sui costi di transazione:

• l’effetto comunicazione, vale a dire la creazione di un flusso informativo efficiente;
• l’effetto brokeraggio, ossia un miglioramento nel matching tra bisogni del compratore e offerte del venditore;
•l’effetto integrazione, per la costituzione di legami più stretti.

Il risultato complessivo dei diversi effetti presi in considerazione è quello di far aumentare la propensione al coordinamento attraverso il mercato. Nel presente lavoro l’attenzione è posta su quella che in prima analisi può essere considerata quale sottoinsieme del mercato: la costellazione virtuale,
Essa va intesa come un network di imprese, in parte legate alla cosiddetta impresa guida attraverso legami sia di tipo societario, che attraverso accordi particolari che consentono la partecipazione alla costellazione sulla base di regole e meccanismi di collaborazione ICT based. Il ricorso all’ICT infatti fa decrescere il costo unitario di coordinamento e quindi rende più efficiente il meccanismo di coordinamento basato sui prezzi/quantità, tipico della forma di mercato.
Ai tre effetti sopracitati che le ICT determinano nei confronti delle capacità delle organizzazioni di coordinare le rispettive transazioni economiche (Malone, Yates, Benjamin, 1987), Wigand (1996; 1997) ne aggiunge un altro, denominato “effetto di rete elettronica strategica”: le ICT permettono la progettazione e lo schieramento strategico pianificato di collegamenti tra aziende che cooperano per raggiungere obiettivi strategici, al fine ultimo di ottenere vantaggi competitivi. Aspetto quest’ultimo che viene spesso sottostimato ma che diventa invece fondamentale per spiegare quali siano le implicazioni strategiche delle relazioni di network non solo sulle relazioni interne ad esso, ma anche su quelle esterne. Meccanismo di integrazione particolarmente potente diviene a questo punto l’adozione di portali inter-aziendali attraverso i quali si favorisce lo scambio di dati, informazioni e conoscenza volti a facilitare sia le attività di brokeraggio, sia le attività orientate alla collaborazione tra i partecipanti al network digitale La tesi proposta da Burton (2002) è che i mercati tendano a inglobare le organizzazioni e a regolare automaticamente la complessità e l’incertezza nelle transazioni, sulla base di alcune ipotesi particolarmente significative:

• le transazioni condotte attraverso canali e-business presentano costi minori rispetto a quelle condotte tramite i canali tradizionali;
• i canali elettronici trasmettono più informazioni dei canali tradizionali;
• nel momento stesso in cui aumentano complessità e incertezza, più informazioni vengono trasmesse attraverso i canali elettronici;
• l’efficienza del mercato è collegata positivamente con la concentrazione dell’ICT;
• i costi di transazione decrescono all’aumentare dei volumi di scambio basati sull’e-commerce.


Ellen Christiaanse e Lynne Markus (2002) sostengono inoltre che la teoria dei costi di transazione applicata allo studio dei mercati digitali presenta tre limiti notevoli:

• In primo luogo viene posta eccessiva enfasi sugli effetti brokeraggio e comunicazione a scapito dell’effetto integrazione. Il risultato è quello di ignorare potenziali slittamenti da relazioni gerarchiche a relazioni di network (sottosistemi del mercato), anziché verso il mercato.
• In secondo luogo la teoria dei costi di transazione sembra ignorare l’influenza di relazioni preesistenti e di catene di fornitura estese tra imprese legate da rapporti commerciali, che possono ancora una volta favorire relazioni di network rispetto a quelle di mercato.
• Infine la teoria dei costi di transazione ignora gli effetti dei rapporti di forza tra le imprese che possono influenzare la struttura dei rapporti interaziendali.

Sulla base di queste considerazioni, risulta necessario considerare come i link che si creano nei network possano influenzare il contesto transazionale. Le imprese non sono infatti entità isolate che portano a termine scambi discreti. Ogni attività economica è imbricata in un complesso contesto relazionale che ha una propria storia (Granovetter 1994, 1995). Questa collante relazionale che funge da sfondo alle relazioni fra gli attori del network è frutto di un insieme di relazioni, contesti sociali, normativi e standard tecnologici che diventano elementi di contorno istituzionale (Uzzi, 1997) di ausilio ai meccanismi che regolano gli scambi fra gli attori del network.
Dopo aver inquadrato da un punto di vista teorico l’argomento, nel prossimo numero affronteremo l’analisi di un caso per approfondire meglio come questi aspetti siano effettivamente rilevanti nell’evoluzione di un modello organizzativo basato su una “costellazione virtuale”.

Comunicato di Avatar di gerogero | Pubblicato Giovedì, 26-Giu-2008 | Categoria: Computer
Tags: aziende, itc
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