Siamo quello che mangiamo? No, tutto il contrario!
Tutti hanno letto o sentito dire, almeno una volta, la frase “siamo quello che mangiamo”. Non molti, invece, sapranno che la sua paternità si deve al filosofo tedesco dell’Ottocento Ludwig Feuerbach. In ogni caso la domanda da porsi è: Siete d’accordo?
Per stabilire la validità o meno di questa affermazione occorre considerare la questione nei suoi due aspetti:
1. Quello fisiologico, fisico, materiale. Da questo punto di vista non si può che concordare: il nostro corpo, biologicamente, è fatto da ciò che ingeriamo (meno ciò che “espelliamo”). E’ un dato di fatto.
2. Quello psicologico, mentale. Qui l’interpretazione è meno ovvia. Potremmo riassumerla così: ciò che mangio influenza la mia mente, il mio modo di pensare e il mio modo di agire.
Il primo punto è una verità assoluta. E’ nel secondo che si insinua il dubbio. In effetti, considerando l’essere umano nel suo ambito psicologico, si potrebbe arrivare ad affermare l’esatto opposto: non è ciò che mangio a determinare chi sono, ma è quello che ho dentro, la mia personalità, la mia attitudine, il mio stato d’animo, a spingermi a scegliere di cosa nutrirmi.
Mangiare è un atto intimo, primitivo, è frutto di una scelta personale (sia SE mangiare o no, sia COSA mangiare). Quindi già così si può intuire come la psiche sia un fattore decisamente importante quando si tratta di prendere questa decisione. Tant’è vero che sempre più esperti del settore della corretta alimentazione, quando si tratta di stilare un programma alimentare individuale, tendono a non sottovalutare questo aspetto.
C’è addirittura chi si è spinto ad ipotizzare l’esistenza di una correlazione tra lo stato d’animo di un individuo e la tipologia di cibo che preferisce. Così, ad esempio, chi mangia molto piccante o saporito desidererebbe “mettere pepe” ad una giornata particolarmente noiosa, mentre chi preferisce il dolce starebbe tentando di “addolcire” l’amara quotidianità.
Il cibo, quindi, ha spesso una funzione lenitiva per il nostro io: tramite esso tentiamo di porre rimedio alle nostre frustrazioni, di compensare le nostre mancanze. Questo è un concetto fondamentale, che va tenuto in mente quando si decide di provare una nuova dieta.
Un esempio pratico di un ottimo programma di dimagrimento è quello del cosiddetto Metodo 3 Emme, il metodo di Mantenimento della Massa Magra. Strutturato in quattro fasi distinte, ha ben chiara l’importanza che la nostra mente ricopre e, per questo, propone diete che non sono punitive. Perché mangiare dev’esser anche un piacere.
Per info e contatti:
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Tel: 0543.774174
Fax: 0543.774711
Website: http://www.metodo3emme.it/
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