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La prevenzione in Italia in cifre. Le differenze geografiche approfondimenti

Gli esperti ci martellano consigliando a tutti di sottoporsi agli esami di screening per una corretta prevenzione dei tumori. Nel 2007 sono state circa 8 milioni le lettere inviate in Italia a persone potenzialmente “a rischio”, invitandole a sottoporsi ad esami di screening. 3,5 milioni sono stati coloro che hanno deciso di prendere parte ai programmi previsti per 3 tumori ancora oggi ritenuti molto pericolosi: il tumore alla mammella, quello al collo dell'utero e il tumore al colon-retto.

Le persone 'passate al setaccio' sono state compessivamente

-  circa 1,2 milioni per lo screening mammografico

-  circa 1,2 per lo screening cervicale

- circa 1,1 per quello colorettale.  Le cifre relative all’impegno ed ai risultati raggiunti nel campo della prevenzione medica contro la diffusione del cancro è realizzato all'Osservatorio nazionale screening (Ons).

La situazione che emerge a fine anno nel Paese non è omogenea e conferma il gap esistente tra Nord e Sud Italia:

- Screening tumore alla mammella: la percentuale di donne tra i 50 e i 69 anni invitate a fare l'esame varia dal 75-80% di Nord e Centro contro il  27% registrato nel Sud Italia.

Screening colonrettale: questo esame è solitamente proposto a donne e uomini tra 50 e 70 anni. Nel Nord Italia è stato coinvolto oltre il 60% della popolazione target, nel Centro la percentuale scende al 30%, mentre crolla vertiginosamente al Sud, dove l'attività di diagnosi precoce interessa meno del 2% di chi ne ha effettivamente diritto. Al netto delle profonde differenze regionali, oltre il 48% del territorio nazionale è coperto dallo screening per questa patologia.

- Screening per la diagnosi precoce per il tumore al seno: coinvolge il 61,7% delle italiane in età da mammografia. In questo caso risultano meno marcate le differenze geografiche: l'invito a effettuare il pap test ha raggiunto il 54,8% delle italiane di età compresa fra i 25 e i 64 anni e risulta coperto da programmi di screening della cervice uterina il 65% del Nord, il 91,9% del Centro e il 68,7% del Sud.  

Si tratta di una vera e propria corsa contro il tempo per stanare i tumori il più presto possibile e avere più chance di curarli con terapie meno invasive e con prospettive di guarigione elevate.

Comunicato di Avatar di farmanfarman | Pubblicato Martedì, 10-Feb-2009 | Categoria: Benessere
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