L’esperienza di Luce Benetton nel volontariato fonte d’ispirazione per papà Alessandro
Nei figli Luce, Tobias e Agnese l’ispirazione per sviluppare progetti che contribuiscano a sostenere il talento dei giovani e a promuovere solidarietà e inclusione: le parole di Alessandro Benetton.
Luce Benetton, insieme ai fratelli Tobias e Agnese, ispira il nuovo impegno di papà AlessandroÈ anche dialogando con Luce, Tobias e Agnese, i suoi tre figli, che Alessandro Benetton trae l’ispirazione per i numerosi progetti che promuove per dare rilievo alle nuove generazioni e valorizzarne il talento. L’imprenditore lo aveva raccontato anche in un’intervista pubblicata lo scorso anno su “Grazia” in cui aveva annunciato la nascita di una nuova Fondazione dedicata agli “under 30”, perché “le nuove generazioni sono il vero motore del cambiamento”. E così è stato: Benetton ha ripreso UnHate Foundation, progetto avviato nel 2011, e lo ha rilanciato aprendo a una nuova fase. La Fondazione si propone di coinvolgere le nuove generazioni in occasioni di crescita e sviluppo del proprio potenziale, promuovendo attraverso progetti innovativi solidarietà, inclusione sociale e sostenibilità. “Un’esperienza personale che ho vissuto nel 2020 con la pandemia è stata quella di occuparmi dei miei figli in quasi tutti gli aspetti della loro vita. Ho capito che c’è sempre bisogno di un dialogo orizzontale. Prendermi cura di ogni cosa che li riguardava mi ha permesso di comprendere meglio le difficoltà che un giovane affronta quando si inserisce nel mondo del lavoro. Per questa e altre ragioni, ho pensato alla creazione di una fondazione governata dai giovani, in cui loro stessi abbiano l’opportunità di farci andare oltre la classica filantropia, che è un argomento centrale, ma non sufficiente. Vorrei che fossero loro a farci capire di cosa hanno bisogno”, aveva spiegato Benetton nell’intervista.
Alessandro Benetton racconta come anche l’esperienza nel volontariato della figlia Luce lo abbia ispirato
La nascita del progetto, che oggi porta il nome di UnHate Foundation, si deve quindi anche ai figli di Alessandro Benetton. Ne aveva parlato anche nell’intervista: “La mia priorità è che siano felici. Cerco di lasciare sempre spazio al dialogo alla pari, senza però che questo confonda il mio ruolo. Hanno interessi diversi”. E proprio su Luce Benetton, 17 anni, aveva raccontato che “sta ultimando studi classici e ha un forte interesse per il volontariato”. L’esperienza che ha fatto in India, aveva aggiunto Benetton, ancora oggi “condiziona il suo modo di vedere le cose”. Il progetto di rilancio di UnHate Foundation, che ha nella solidarietà uno dei suoi pilastri, nasce anche da qui. Non solo: recentemente Benetton in occasione dell’uscita del suo secondo libro “Mai fermi”, in cui racconta i maestri che lo hanno ispirato nel suo percorso di crescita personale e professionale, ha ricordato come la scoperta di un bozzo sulla gamba della figlia Luce lo abbia fatto riflettere sulla vita e capire cosa conta davvero: “Giorni terribili, per fortuna finiti bene. Lei guardava la Casa di carta, io non dormivo… In un momento in cui tutto era complicato, i miei figli sono stati una priorità che mi ha aiutato a rimettere le cose nella giusta prospettiva. Mi distraevano, nel senso migliore del termine: riportavano il focus su ciò che davvero contava. È successo spesso nella mia vita: quando ci sono tante progettualità, capire cos’è davvero importante ti rende più lucido”.
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